L’unione fa il gioco
In questo episodio, esploriamo come piccoli gesti di gentilezza possano trasformare una giornata difficile in un’occasione di unione e amicizia. Seguiamo Maria mentre aiuta Leo a integrarsi con i compagni, attraversando momenti di dubbio e sconforto che faranno riflettere su come ognuno può essere inclusivo. Un racconto vivido per scoprire il vero valore di una classe unita.
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Chapter 1
Un nuovo inizio per Leo
Giulia Venturi
Ciao a tutti e bentornati a VOCI DI UGUAGLIANZA! Io sono Giulia e qui con me c’è Francesco—pronto a immergerci ancora una volta tra giochi, amicizia e quelle magie quotidiane che fanno sentire tutti parte del gruppo. Allora, in questa puntata seguiamo una storia che forse, chi ci ascolta, conosce bene: Leo inizia la sua giornata in classe con un piccolo desiderio che però sembra grandissimo, quello di essere incluso nei giochi. Stà lì, un po’ in disparte, guarda i compagni che ridono, e ogni tanto fa quel passo in avanti, poi ci ripensa… l’ho visto succedere tante volte anche nei miei laboratori. Francesco, tu ricordi come ci si sente nei suoi panni?
Francesco Pinto
Ah Giulia, eccome se lo ricordo. Proprio quella sensazione… un misto di curiosità e di timore, quasi ti chiedi se provare a lanciarti o aspettare.
Giulia Venturi
Maria, nella nostra storia, vede Leo e ripensa a un gioco che non mette nessuno da parte… Sapete, anche nei giochi da tavolo che provo con i miei studenti, mi accorgo che il gioco “giusto” spesso è quello che ha regole semplici, capito da subito da tutti. Maria lo capisce d’istinto, si ferma un attimo, guarda Leo e..
Chapter 2
Il dubbio e il coraggio della gentilezza
Francesco Pinto
Sì, ma ecco, c’è anche il dubbio. Maria sente quel nodo—“E se poi sono io l’unica a voler includere Leo? E se gli altri non mi seguono?” Un po’ quella paura di fare la prima mossa e restare soli, no? Però, a un certo punto decide. Prende la palla, la tiene in mano… breve esitazione, poi la offre a Leo. Un gesto piccolissimo—sembra quasi niente, però per Leo conta enormemente. E non solo per lui, anche per tutto il gruppo, alla fine.
Giulia Venturi
Sai cosa, Francesco? Non so a te, ma a me queste scene ricordano un sacco la mia prima assemblea scolastica. Avevo organizzato un gioco che doveva mettere insieme tutta la scuola, pensa. Il cuore mi batteva fortissimo—avevo paura che i ragazzi pensassero “Che idea strana!”—ma poi una studentessa mi guardò, sorrise e disse solo: “Proviamo.” In quel momento, tutta l’insicurezza si sciolse. Non è che la paura sparisce, ma si ridimensiona quando qualcun altro ci dà fiducia… E penso che Maria, nel suo modo, abbia sentito la stessa cosa. È fantastico vedere come basta poco per rompere il ghiaccio.
Francesco Pinto
Assolutamente. E del resto a volte siamo convinti che servano chissà quali discorsi, invece è la semplicità—un invito, un sorriso—che mette tutti in gioco. Come l’avvio di una partita nuova, nessuno sa bene come andrà, ma si accende qualcosa solo provandoci.
Chapter 3
La riflessione della classe
Giulia Venturi
E qui succede una cosa meravigliosa: i compagni di classe, che magari all’inizio guardavano Maria come per dire “Ma cosa fa?”, vedono il cambiamento. Piano piano si avvicinano anche loro al gioco. E alla fine, la classe si ritrova tutta coinvolta, senza neanche accorgersene. È come se la gentilezza di una persona avesse creato un cerchio che si allarga, arriva a tutti e, a sorpresa, nessuno si sente più escluso… Mi viene in mente un vecchio gioco da tavolo dove più condividi risorse, più tutti si divertono!
Francesco Pinto
Già. E la cosa bella è che dopo, quando i bambini si fermano a parlare tra loro, non sono solo felici del tempo passato insieme, ma cominciano a riflettere: “Come ci siamo sentiti oggi, con Leo insieme a noi?” Qualcuno si accorge che aveva dei timori inutili, qualcun altro racconta che si è sentito accolto per la prima volta. Io dico sempre, magari dovremmo fermarci ogni tanto a chiederci: “Cosa posso fare io oggi, anche solo una cosa piccola, per fare sentire qualcuno incluso come ha fatto Maria con Leo?”
Giulia Venturi
Esatto, e penso che questa sia la domanda che ci portiamo via da questa puntata. Una cosa piccola può cambiare davvero tutto, come abbiamo visto anche nella scorsa puntata, quando un sorriso o un invito hanno fatto la differenza. Ecco, per oggi ci fermiamo qui, ma torneremo presto con altre storie di amicizia, gioco e tante altre piccole magie di gentilezza. Grazie per essere stati con noi!
Francesco Pinto
Grazie Giulia, e grazie a chi ci ascolta. Alla prossima puntata di VOCI DI UGUAGLIANZA! Ciao a tutti!
